Una stimolazione elettrica appropriata per intensità e durata è in grado di provocare la contrazione di un muscolo o di un gruppo di sue fibre.
Se il muscolo è normalmente innervato la contrazione muscolare è legata all’eccitazione del nervo motore attraverso correnti di bassa frequenza e breve durata.
L’elettrostimolazione nel muscolo normoinnervato è indicata in seguito a infortunio o immobilizzazione per contrastare l’ipotrofia muscolare e per aiutare il pz a recuperare il controllo cosciente di quei muscoli di cui è stato perso lo schema motorio. Nella rieducazione della mano rappresenta un efficace supporto anche dopo interventi o patologie che interessano i tendini (tenorrafie, tenolisi, transfer tendinei…) per ripristinare lo scorrimento tendineo e evitare la formazione di aderenze troppo limitanti.
Nel muscolo denervato lo scopo dell’elettrostimolazione è quello di rallentare i fenomeni degenerativi delle fibre muscolari in tessuto fibroso. Per questo è necessario produrre contrazioni muscolari vigorose, senza affaticare i muscoli, eseguendo l’elettrostimolazione direttamente sul ventre muscolare, tutti i giorni e per tutto il periodo di rigenerazione nervosa.
In base alla parziale o totale denervazione del muscolo che si va a trattare si sceglieranno impulsi con diversa pendenza, triangolari, trapezoidali o rettangolari.
La scelta dell’impulso e dei parametri più appropriati deve sempre basarsi sull’esame elettrodiagnostico che va ripetuto dal terapista almeno una volta al mese.
E’ importante ricordare che l’elettrostimolazione è un valido mezzo d’allenamento muscolare che utilizza una via naturale e fisiologica per incrementare la forza, ma non ha alcun effetto sul recupero della coordinazione muscolare, dell’attività propriocettiva e della mobilità articolare, pertanto non può sostituire il lavoro attivo.